Sii impeccabile con la parola: un accordo per cambiare.

Frammenti di verità si possono ritrovare ovunque, persino nei luoghi – fisici o mentali – in cui meno ci aspetteremmo di trovarne. Cercare è la chiave; solo cercando si possono aprire la propria mente e il proprio cuore al nuovo, all’inatteso, al frammento di verità.

Oggi mi è capitato di nuovo tra le mani un libro che lessi tanti anni fa, un libro breve che contiene 4 semplici indicazioni per cambiare condotta di vita per, così, trasformarla: “I quattro accordi” di Don Miguel Ruiz. Penso che nulla avvenga per caso, nemmeno il più piccolo evento, quindi l’ho riletto tutto d’un fiato. Lo trovo ancora un libro concreto, agile e semplice nel suo messaggio.

Ecco i quattro accordi:

  • Sii impeccabile con la parola;
  • Non prendere nulla in modo personale;
  • Non supporre nulla;
  • Fa’ sempre del tuo meglio.

Limpido, diretto, applicabile da subito. Ovunque.

Seguire questi 4 accordi può provocare cambiamenti enormi nel nostro modo di approcciare la vita quotidiana, perché vanno a minare alcuni degli automatismi sociali che abbiamo imparato a usare sin da piccoli, oltre ad alcune credenze in grado di sabotare ogni nostra azione. Il primo di questi quattro accordi, secondo l’autore, è in grado, da solo, di rivoluzionare tutta la nostra esperienza di vita, nonostante la sua apparente banalità.

In questa immagine vediamo un ragazzo ignaro che due persone stiano parlando male di lui alle sue spalle

Sii impeccabile con la parola.

La parola è considerata espressione del divino in Terra in numerose tradizioni; in molte di queste si racconta di come la creazione sia avvenuta per mezzo di un suono o del Verbo, rendendo chiara, in questo modo, la capacità creatrice che possiede la parola.

Nel coaching ontologico in cui mi sono formato, si postula che gli esseri umani siano esseri linguistici e che il linguaggio generi la nostra realtà; in merito alla prima affermazione, siamo esseri linguistici perché la nostra esperienza umana si realizza a partire dal – e nel – linguaggio. O, per dirla con Heidegger, il linguaggio è la dimora dell’essere.

In secondo luogo, il linguaggio genera realtà perché esso è, fondamentalmente, azione; per il suo tramite, non solo ci limitiamo a descrivere le cose, ma facciamo sì che avvengano cose. Non è passivo, ma attivo, perché crea nuove realtà.

Pensa a un matrimonio: l’atto di pronunciare un sì oppure un no ha una notevole influenza su ciò che avviene successivamente. Attraverso il linguaggio partecipiamo al processo continuo del divenire.

Fino a qui abbiamo parlato della parola, dunque; ma cosa significa la sua impeccabilità?

Don Miguel Ruiz spiega che l’essere impeccabili con la parola, significhi non usarla contro di sé, in un senso molto ampio: citando proprio un suo esempio, se per strada insulto qualcuno definendolo stupido, in realtà sto usando la parola contro di me, perché provocherò l’odio o la voglia di rivalsa dell’altro. Riceverei veleno in riposta al mio veleno.

Pensiamo alla situazione sociale, politica ed economica in cui viviamo noi oggi, in occidente: le trasmissioni televisive sono piene di fomentatori d’odio, di persone che, pur di screditare e insultare il proprio interlocutore, gli vomitano addosso ogni tipo di offesa e di falsità. E alcuni lo fanno persino verso chi non è presente, mettendo in atto un basso atto di vigliaccheria.

Con il linguaggio, oggi, creiamo nemici, costruiamo mostri, per i più biechi motivi. Non per nulla i peggiori dittatori hanno sempre cercato il dominio sul discorso pubblico attraverso la propaganda e il controllo dei media. Controllare la parola permette di controllare le menti. Lo sapeva bene Goebbels.

Guarda il video: “Rispettare le differenze”

Ma non solo; oggi una delle attività più apprezzate dalle persone è il pettegolezzo. Ci piace molto inviare veleno a qualcuno che non gradiamo, o con il quale abbiamo avuto screzi o incomprensioni. Proviamo un gusto perverso nell’avvelenare l’altrui esistenza, per non sentire il peso della nostra. Dovremmo sempre, a mio avviso, prima di parlare, dichiarare di esprimere un’opinione personale, circostanziata e indirizzata al fare della persona in questione, non all’essere. “Io penso che lui/lei abbiano agito bla bla bla perché bla bla bla”.

In questa immagine il ragazzo si accoglie del pettegolezzo in atto

Leggi l’articolo “Fatti e opinioni”

Sii impeccabile con la parola.

Chi annaspa nell’inferno non vuole sentirsi solo e quindi cerca di trascinare giù quante più persone possibili. Ne abbiamo numerosi esempi, soprattutto in questi ultimi anni, in cui noi stessi ci siamo travestiti da censori e da boia per conto terzi, per zittire o far fermare quanti non la pensassero come la massa. Ricordo con dolore la bassezza della delazione verso i corridori, gli accompagnatori di cani o i passeggiatori boschivi solitari.

Occorre sbarazzarsi del bisogno di trascinare giù con noi gli altri e, al contempo, chiedere aiuto per essere supportati nella risalita dall’Ade. Ci sono sempre mani pronte ad aiutare. Sempre.

Rendere impeccabile il tuo dire ti rende anche immune al veleno che potrebbe arrivarti dall’esterno; perché se il mio terreno mentale non contiene più quell’acidità in grado di far attecchire il veleno proveniente dagli altri, allora sarò immune dal pettegolezzo e renderò impossibile la nascita delle piante cattive.

Bisogna riaccendere le stelle e recuperare quel poco di innocenza fanciullesca permessa agli adulti della nostra specie, perché:

…se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

Vangelo di Matteo

È facile? Io non credo. Ci vuole forza, ci vuole costanza. Serve la volontà di migliorare la società mentre cambiamo noi stessi.

Nel prossimo articolo ti parlerò del secondo accordo: “Non prendere nulla in modo personale”.

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