Fatti e opinioni

Fatti foste per viver d’opinioni, (ricavate dai fatti).

Quando un orinatoio diventa una perfetta installazione artistica..

Fontana, Michel Duchamp
Fontana, l’arte delle opinioni

L’originalità. Per alcuni è un mito. Un’invenzione.

L’arte nasce da altra arte”, diceva Calvino, imita qualcosa di già esistente. L’artista “ruba” per rielaborare, per dare la propria colorazione, la propria visione!, ad un’opera.

In pratica si tratta di riprendere un modello per guardarlo da un punto di vista inedito che darà lo spunto a qualcun altro per un nuovo punto di vista inedito che poi darà ad un altro eccetera eccetera.

Frattali.

Un’opera è come un figlio, che necessita di un padre e di una madre per avere la possibilità di nascere; non è, però, la mera unione dei due principi, bensì un essere che racchiude in sé il retaggio familiare, sintetizzato in un qualcosa di diverso, di originale, appunto.

L’arte è un’opinione!

Mi spiego meglio: Lisa Gherardini è il fatto; La Gioconda è, invece, l’opinione di Leonardo Da Vinci al riguardo.

E che opinione!

Una delle mie preferite distinzioni linguistiche in Coaching è proprio quella tra fatti ed opinioni.

C’è stato un tale, nel 1952, F. James Davis, che studiò la cronaca nera dei quotidiani del Colorado, scoprendo che le valutazioni delle persone in merito all’aumento della criminalità in quello Stato, erano legate più all’aumento delle notizie di cronaca nera che non al reale numero di fatti accaduti.

Quelle opinioni erano, cioè, fondate su fatti manipolati ad arte per qualche motivo. Rappresentazione.

Anche Becker, nei suoi studi sull’etichettamento, afferma che la devianza è creata dalla società; un atto, di per sé, non è un crimine, lo diventa a seguito delle opinioni prevalenti in un dato momento storico.

Bere alcol negli USA degli anni 20 del secolo scorso, sarebbe potuto essere vagamente pericoloso; oggi, invece, si può tracannare una damigiana di vino senza troppi patemi, purché non ci si metta alla guida, dopo.

Tra un fatto ed un’opinione, in definitiva, c’è uno scarto e tale scarto è colmabile da due semplici paroline: secondo me.

Perché un mondo in “secondo me”, secondo me, potrebbe rendere i conflitti, tutti i conflitti, più facilmente risolvibili.

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