Il faut rallumer les étoiles

Il faut rallumer les étoiles; lo so, l’ho già detto, ne ho già scritto, ma credo che sia molto importante ripetere ciò che pensiamo possa essere d’aiuto per vivere la vita degnamente.

Il genio non è tanto la luce, quanto la costante consapevolezza dell’oscurità circostante.

Stanislaw Lem

Il faut rallumer les étoiles, perché fatico parecchio a vedere, in questo nostro periodo storico, un qualcosa di luminoso; accadono cose che pensavamo fossero ormai lontane storie, relegate alle pagine stantie dei libri di storia, mentre tanta parte del nostro prezioso tempo, la passiamo a lottare contro i mulini a vento e contro assurdità di ogni genere.

Contro lo strapotere del Potere.

Se continueremo su questa strada andremo incontro ad una nuova guerra mondiale, anche se non avrà l’estetica di quelle del secolo scorso e non sarà combattuta in trincea o con carri armati e fucili.

Non avremo un altro Ungaretti.

Si profila una crisi alimentare senza precedenti, che seguirà la crisi economica nella quale, ormai, ci crogioliamo inconsciamente da quasi 15 anni. La società occidentale sta crollando sotto il peso di un apparato burocratico e transumanistico che mira solo a distruggere l’umano e a prosperare ai danni della maggioranza della popolazione mondiale.

Viviamo nel terrore della disoccupazione, della perdita della casa, dell’indipendenza, della salute, della libertà. Viviamo nel timore di inutili clausure e delle pavide scelte di pagliacci mascherati. Tutto per la sete di potere di pochi individui senza scrupoli.

In un mio brano canto: “Dio, dove sei? Se sei.” Perché un dubbio comincia a farsi strada: sembra che siamo stati abbandonati a noi stessi, in balia di demoni assetati di sangue travestiti da filantropi e da politici. Gente miserabile che mira solo a renderci schiavi.

Sembra che siamo stati gettati nel mondo come i primi cristiani furono gettati negli anfiteatri romani, per il gusto di vederci trucidati.

Innumerevoli persone soffrono pene inenarrabili per l’abominevole desiderio di potere e di soldi di quei pochi individui, i quali sarebbero disposti ad ogni nefandezza, persino a calpestare la vita o la libertà personale, pur di ottenere i “vantaggi” resi possibili dal moderno imperio della tecnica.

Viviamo tempi bui.

Oggi abbiamo l’occasione, finalmente, di renderci conto che non viviamo affatto nel miglior mondo possibile, perché questo mondo lo abbiamo creato noi con le nostre scelte e noi siamo esseri imperfetti e corruttibili. Occorre rendersi conto di come un cambio di rotta, nel nostro pensiero, sia ormai improscrastinabile.

Il faut rallumer les étoiles

Bisogna riaccendere le stelle, allora; il lavoro è immane, certo, ma ne abbiamo la forza e le capacità. Io punterei sulla cultura, in primis, per cambiare orizzonte di pensiero mediante questa: rimetterei al centro della società l’essere umano, relegando la tecnica e le sue produzioni al loro reale ruolo, quello di supporto all’uomo, l’unico che gli competa.

La tecnica non è e non può essere la stella polare delle scelte politiche.

Occorre rifondare il consorzio umano attraverso la valorizzazione dell’istruzione e dell’infanzia, riappropriandoci delle fondamentali caratteristiche umane dello stupore e la meraviglia. Servono creazioni, di ogni tipo, che si fondino sulla bellezza ed il rispetto del pianeta e della vita umana.

Abbiamo bisogno di arte, non di utilizzabilità.

L’arte è perfettamente inutile, disse un grande scrittore dell’Ottocento; per questo motivo è tanto importante, perché la vita non è solo pensiero in grado di far di conto, ma anche, (soprattutto), pensiero capace di creazione artistica e di bellezza.

Ridare dignità all’inutilità ed al pensiero divergente, ecco una via per riaccendere le stelle. Studiare sempre, imparare cose nuove, soprattutto se non finalizzate allo scopo di guadagnare soldi, ma per il “semplice” piacere di conoscere. Dare solide radici al nostro pensiero e la giusta energia al nostro lato irrazionale.

Avere fiducia nei bambini, perché possiamo imparare molto da loro, dal loro modo di risolvere i conflitti e di vivere con leggerezza. Certo, bisogna mitigarne le tendenze totalitarie già notate da Sant’Agostino ne ”Le Confessioni”, anche se questa è una caratteristica assai apprezzata nello splendido mondo che abbiamo costruito noi adulti. Un mondo che ha tendenze totalitarie in ogni campo.

Umiltà. Riscoprire l’umiltà di imparare da ogni persona, da ogni evento. Da tutto.

Nutrirsi di bellezza e di giustizia.

Sono un utopista? Possibile. Ma

preferisco vivere inseguendo un’utopia piuttosto che svilire questo mio breve passaggio sulla Terra per inseguire i sogni di potere altrui.

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