Rashomon o l’arte di vedere e sentire

Credo sia importante raggiungere la consapevolezza che esistano molteplici modi per illustrare un medesimo concetto, ognuno di essi basato su un particolare approccio agli eventi di ogni giorno. So di ripetermi in continuazione, ma questo aspetto è fondamentale per capire Falunaa: ogni punto di vista mette in risalto un aspetto della cosa in questione, raramente la totalità; hai visto Rashomon, un film di Kurosawa del 1950?

Diversi futuri

Parliamo, ad esempio, delle cose che stanno avvenendo, negli ultimi 3 anni, nel mondo; ci sono persone che vedono un mondo futuro distopico, sulla scia di molti romanzi scritti nel secolo scorso da personaggi del calibro di George Orwell, Aldous Huxley, Philip Dick o l’italiano Corrado Alvaro; altri vedono, invece, un mondo idilliaco in cui le malattie sono sconfitte e la tecnologia libera l’uomo dalle fatiche quotidiane e financo dalla morte. Chi vede una rinascita dello spirito umano a seguito della rivelazione della divinità presente in ogni cosa, mentre altri ancora immaginano sfumature intermedie delle visioni viste finora.

Chi sa come sarà il futuro?

Io credo nessuno, perché penso che il futuro sia un complesso gioco i cui giocatori non siamo solamente noi umani, ma anche gli animali, le cose, il clima, il pianeta, il cosmo. La nostra presenza sulla Terra è quanto di più effimero ci sia nell’Universo, basterebbe un semplice aumento della temperatura mondiale per ridurci in miseria.

Quindi ho deciso, nei miei video su YouTube, nei corsi che organizzo, negli articoli che scrivo e nella musica che compongo, di focalizzarmi su quello che possiamo fare, nel presente, per crescere, evolverci, riconoscere la nostra unicità, la nostra forza e le nostre debolezze. Ho deciso di puntare sull’umano e da lì partire per aumentare la nostra consapevolezza.

Più che una domanda sul futuro, seppur legittima, io mi chiedo:

Siamo ancora in grado di innamorarci della vita?

Siamo ancora capaci di utilizzare il nostro potenziale intellettivo ed emotivo per salire di livello? Possiamo ancora ritornare ad una convivialità e ad un senso di appartenenza che, invece, tutte le analisi del presente sembrano negare a favore dell’atomizzazione spinta della società?

Queste sono le domande che mi pongo creando; e, nel farlo, mi appoggio a diverse metafore e similitudini per parlarne, perché penso che queste figure retoriche abbiano il potere di parlarci ad un livello più profondo, quello situato sotto le nostre opinioni. Rendono possibile l’unisono tra il vedere e il sentire.

Quindi parlo di carnevale, di Shiva e di equilibrio da perdere, di navi che salpano e di fiumi che danzano.

Credo che la vista, spesso, ci inganni; anche perché,

sono gli occhi a vedere oppure la mente?

Vedere e sentire

Gli occhi registrano le cose del mondo, molte più di quelle che arrivano alla nostra coscienza. La mente filtra utilizzando le situazioni passate, le emozioni che abbiamo percepito in un dato momento e rende possibile la vista di qualcosa, a discapito di altro.

Vedere e sentire sono le due facce di una stessa medaglia, senza uno dei due l’altro non ha senso di essere.

Credo che si debbano potenziare entrambi, soprattutto nel mondo attuale che mostra per nascondere e ci rovescia addosso una quantità esorbitante di informazioni di modo che noi vi possiamo annegare dentro.

Ci sono molti modi per affrontare la sfida dello sviluppo paritario della vista e del sentimento, lo yoga, ad esempio, ma non solo; lo sport, se praticato con lo spirito lontano dalla competitività, oppure la danza, la scrittura, la meditazione, il coaching, la musica.

Il drum circle, attività troppo spesso sottovalutata in Italia.

L’importante è, secondo me, praticare ciò per cui ci sentiamo davvero portati con l’obiettivo di conoscere meglio noi stessi, e vivere, così, una vita consapevole.

Perché è tutto racchiuso qui: nella consapevolezza di noi.

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