Coaching

La creatività ci può risolvere un sacco di problemi nella misura in cui ci apriamo, non diciamo “si fa così”. Perché se così non risolvo, provo in un altro modo.

Julio Velasco.

“Ecco, un altro che vuole farmi camminare sui carboni ardenti”

“Se comincia a urlare che ce la posso fare se voglio me ne vado”

Questi sono due pensieri, scelti tra molti altri che ho ricevuto nel tempo, che mi sono stati rivelati dopo la prima sessione di coaching; due pensieri, a mio avviso, abbastanza comuni riguardo alla figura del coach, che ci tengo sempre molto a mettere in dubbio. Esiste un coaching di tipo motivazionale che lavora ad un livello diverso rispetto a quello che adottiamo a Falunaa.

Il coaching è uno strumento potente utile per abbracciare nuovi pensieri e nuove azioni, sia a fronte di uno specifico problema contingente, sia a fronte di un periodo di vita in cui si rendano necessari cambiamenti per fluire con i tempi.

Chi è il coach?

Da noi il coach è, quindi, un professionista che ti supporta nel raggiungere un dato obiettivo, sostenendoti nel parto di nuovi pensieri maggiormente utili a conseguirlo rispetto ai vecchi

In Platone, attraverso la figura di Socrate, troviamo già una metafora capace di dare risalto a questo metodo, quella della levatrice; utilizzando il dialogo l’interlocutore cominciava a individuare i punti di sé su cui lavorare e a trovare, così, le conseguenti risposte.

Occorre chiarire che il coach non è uno psicoterapeuta, quindi non “aiuta” nel senso comune del termine. Il coach sostiene ed accompagna.

Una sessione individuale di coaching dura circa un’ora ed è assolutamente riservata. Tutto ciò che coach e coachee, (il cliente), si dicono, è vincolato da segretezza professionale.

Falunaa propone, in aggiunta, uno strumento molto potente, il drum circle, in cui utilizza degli strumenti a percussione come metafora in vista del raggiungimento di un obiettivo, che può essere:

  • formazione
  • team building
  • creazione di una community

Perché il Drum Circle?

Utilizzo il drum circle principalmente per l’immediatezza delle percussioni, in quanto non serve una preparazione musicale particolare per poter produrre suoni; in secondo luogo per alcune importanti peculiarità del metodo, da qualche anno riconosciuto anche dal MIUR.

Coaching e drum circle sembrano fatti l’uno per l’altro, insieme sono uno strumento formidabile per esplorarsi, per crescere, riconoscere il proprio valore e il proprio ruolo in un gruppo e nella vita.

Più nel dettaglio, suonare un tamburo ha effetti su diversi piani d’esistenza:

  • Sul piano fisico come massaggio sonoro, come esercizio aerobico, come (ri)scoperta del proprio corpo, della propria fisicità;
  • Sul piano intellettuale è una splendida metafora per veicolare il messaggio che il ritmo è innato in ognuno di noi e che ci riconnette con i nostri cicli: quello cardiaco, quello respiratorio, quello della emissione di onde cerebrali;                                                                                                                                  
  • Sul piano sociale, ci permette di imparare a lavorare in un gruppo per il gruppo, percependo la nostra unicità ed il nostro insostituibile ruolo all’interno di un’entità più grande di noi stessi. Ci rende abili ad uscire dal guscio;
  • Sul piano emotivo, infine, ci permette di sperimentare gioia, allegria, empatia, fiducia in noi stessi, connessione con gli altri.

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