Non è mai tardi

«Tardi ti ho amato,
bellezza così antica e così nuova,
tardi ti ho amato.
Tu eri dentro di me, e io fuori.
E là ti cercavo.
Deforme, mi gettavo
sulle belle forme delle tue creature.
Tu eri con me, ma io non ero con te.
Mi tenevano lontano da te
quelle creature che non esisterebbero
se non esistessero in te.
Mi hai chiamato,
e il tuo grido ha squarciato la mia sordità.
Hai mandato un baleno,
e il tuo splendore
ha dissipato la mia cecità.
Hai effuso il tuo profumo;
l’ho aspirato e ora anelo a te.
Ti ho gustato,
e ora ho fame e sete di te.
Mi hai toccato,
e ora ardo dal desiderio della tua pace».

Non è mai tardi.

Ogni tanto trovo delle persone che mi dicono all’incirca così: “Cosa vuoi che faccia alla mia età, il cervello non è più come una volta e ormai ho preso questa strada, a che pro cambiare?

Ormai. Quanto odio questa parola. Oramai. Pure questa.

Non è mai tardi per ascoltare la voce dentro che chiama; non è mai tardi per cambiare strada.

Sant’Agostino, l’autore dello scritto che apre questo breve articolo, amò tardi Dio, dopo una vita poco santa. Ma lo amò. Non voglio entrare qui in pericolose digressioni religiose, io stesso sono stato molto più vicino a filosofie distanti dalla nostra cattolica; voglio prendere spunto da queste parole per dimostrare come, secondo me, si possa sempre cambiare. Sempre.

Ci troviamo innumerevoli volte di fronte ad un bivio, nel corso dell’esistenza; scegliamo sempre, quindi, una strada da prendere, consapevoli o no di questo. Certo, il più delle volte, soprattutto col pilota automatico inserito, tendiamo a prendere sempre lo stesso sentiero o, almeno, quello che più gli somiglia.

Scegliamo sempre

Nulla ci vieta, però, di decidere di prenderne uno nuovo; è dalla divergenza dal solito e dal comune che nascono le opportunità più grandi, secondo me.

Una persona, in una strada poco affollata, mi chiede brusca, dietro ad un coltello, il portafogli; potrei pensare di non avere scelta, ma in realtà l’avrei, anche lì. Tutto verte, a mio avviso, sulle priorità che ho.

Ho deciso di ricominciare a studiare ben oltre i 40 anni; i commenti non furono tutti positivi, tra un “che palle”, e un “ma chi te lo fa fare”. “Un lavoro ce l’hai, perché studi?” “A 40 anni ti sei rimbambito?”

No.

Non mi sono rimbambito. Di fronte al mio bivio ho scelto una via meno agevole del solito, perché sconosciuta. Ed è stata una scelta azzeccatissima. Una delle migliori che abbia mai preso.

Penso che il calendario o la fantomatica “sicurezza” di cui in molti vaneggiano, non debbano essere di ostacolo ai sogni. Dovremmo supportare chi decide di cambiare vita. Dovremmo rispettare le scelte, soprattutto quando si discostano da quelle che faremmo noi.

Io credo che, se ci supportassimo a vicenda, se rispettassimo le scelte altrui, se non ci lasciassimo accecare dall’opinione pubblica, (che ossimoro!), se abbandonassimo la violenza e la prevaricazione, potremmo davvero vivere in un’eden.

Ma io sono un sognatore.

Anzi, un Guardiano dei Sogni.

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