Elogio dell’inutile.

Un uomo.

Un deserto d’asfalto.

Orde di facce bluastre che camminano chine.

Una vita di miseria, sia materiale che spirituale.

Un giorno, però, una scintilla proveniente dall’immensità dell’essere penetra nel suo cuore. Lo accende.

Egli, finalmente, sente la propria lontananza dall’origine, sente che gli manca qualcosa di importante.

Quell’uomo comincia a cercare.

Cercare. Cosa? E dove?

Alla richiesta dell’uomo viene in aiuto una mano tesa, quella di Dio. “Cosa dovrei farmene di dio, io che ho già tutto ciò che può rendere la mia vita comoda? Quello che mi manca è qui, sulla Terra. E basta con questa storia di dio, non è che una favola per bambini“.

Non hai bisogno di oggetti. In verità ti è stato sottratto molto di più“.

Ci è stato sottratto ciò che è considerato inutile dalla mentalità tecnica. Il superfluo. Dio. La filosofia. L’arte.

Prova a fermare qualcuno per strada per chiedergli cosa pensi della filosofia; la risposta, nella maggioranza dei casi, verterà sulla sua inutilità, sulla tremenda perdita di tempo dell’atto del pensare mentre si dovrebbe agire, sul parassitismo dei filosofi. E lo stesso potrebbe sentirsi rispondere chiedendo dell’arte e della religione.

Eppure, senza quelle tre grandi forze la vita si ridurrebbe a mera sopravvivenza, ad un atto puramente biologico. Ho sentito persone dire che i pensieri e i sentimenti non siano altro che combinazioni chimiche messe in atto dal cervello. Che la parola serva semplicemente a descrivere e comunicare. Riduzionismo. Odio per l’umano. Involuzionismo. Ecco come considero queste idee.

Guarda il video del mio manifesto per un nuovo romanticismo.

L’amore è utile?

Se parliamo di quell’idea riduttiva d’amore che abbiamo mutuato dalla televisione o dai romanzi, fatta di farfalle nello stomaco e occhi a cuoricino allora no, non lo è. Quell’amore non serve neppure per procreare, cosa che si può fare in modo semplicemente meccanico. Eppure questa idea sostiene la vita di milioni di persone, esseri alla perenne ricerca del “vero” amore e dell’anima gemella. Questa idea indirizza l’agire di una immensa massa di persone, pur non essendo utile secondo la mentalità tecnica.

Ma se arte, filosofia e teologia vengono disprezzate in quanto inutili, per quale motivo qui invece, l’essere umano accetta con gioia questa variante dell’inutilità?

Ci è stato sottratto molto.

La capacità di sentirci tutt’uno con un’alba maestosa.

il piangere per una parola poetica

il restare a bocca aperta di fronte ad un germoglio nato tra le crepe dell’asfalto

la compassione verso la sofferenza imperante nel mondo

la voglia di illuminarci in una sana solitudine

il desiderio di impegnare la vita nella direzione della nostra personale vocazione.

l’elogio dell’inutile

Nulla è inutile. Tutto lo è.

Per vivere biologicamente servono acqua, aria, cibo, un riparo. Punto. Per Vivere, invece, occorre tutto ciò che ci è invisibile. L’inutile.

Se vogliamo riappropriarci della nostra vita, occorre una risoluzione netta ed inequivocabile, in questo preciso istante: continuare a seguire il pensiero e le abitudini della massa, diventando, così, grigi, uniformi, squadrati; oppure ascoltare la nostra interiorità e le sue peculiarità, con tutti i pro e i contro che questo comporta. Perché…

La talpa scava la sua buca, mentre l’aquila volteggia sul monte.

La talpa sta calda nella tana, l’aquila sente il gelo dell’alba. Anche voi, volate alla gioia, Miei cari.

Foglie del Giardino di Morya – vol I

Leggi l’articolo “Cos’è tutta questa rassegnazione?

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