Testa e cuore

Qualche ora fa, stavo scorrendo il mio feed su Instagram e sono rimasto colpito da quanti virtuosi ci siano, nel mondo della musica.

Ecco, non solo nella musica, ma il mio feed è costellato di musicisti, quindi…

Batteristi-giocolieri e percussionisti supersonici, cantanti con estensioni pazzesche e chitarristi polipeschi. Per non parlare dei bassisti!

Donna suona il flauto, esercizi musicista

Ho vissuto un’esperienza illuminante e, per certi versi, terrificante, che ha fatto sorgere in me una domanda di tipo esistenziale: come potrei essere riconosciuto e apprezzato come musicista in mezzo a migliaia di artisti di cotanto livello tecnico?

Questa, posso affermare che sia stata la parte terribile e immediata del mio ragionamento; quella illuminante, invece, è la seguente: è vero, ci sono persone la cui tecnica è elevatissima, MA la mera tecnica non può essere il solo metro di giudizio affidabile per valutare un artista. E, più in generale, per apprezzare un’opera d’arte.

Io credo che il ruolo della tecnica debba essere quello di supporto all’espressione dell’interiorità dell’artista.

Qualche tempo fa scoprii, con mia figlia, un cortometraggio animato intitolato, in italiano, “Testa o cuore“, diretto da Leo Matsuda. Vi si narra la giornata di un uomo, vista dall’interno del suo corpo, dal conflitto tra il cervello, organizzante e rigido, e il cuore, spontaneo e flessibile.

Quest’ultimo spinge spesso il protagonista a lasciarsi andare all’amore, alla passione, perché vuole vivere la vita appieno ed è eccitato da ciò che accade.

Il cervello, invece, regola il comportamento dell’uomo in base a criteri rigidi, meramente tecnici.

Una caratteristica divertente di questo organo/personaggio è la sua capacità di rilevare pericoli mortali praticamente in ogni occasione, fermando sul nascere ogni aspirazione alla trasgressione delle regole da lui imposte.

Possiamo usare la stessa dialettica per il nostro discorso, sostituendo alla parola testa, “tecnica”, lasciando invariata, per comodità, cuore. Lo scopo della tecnica è, per me, organizzare e semplificare l’attuazione pratica di alcune incombenze oltre al liberare il tempo dell’uomo, per permettergli di coltivare le inclinazioni “fornitegli” dal cuore.

Ritornando al feed di Instagram: quanti di quegli artisti riescono a sintetizzare tecnica e sentimento in un’opera capace di avere accesso all’anima degli ascoltatori? O meglio: quanti hanno la capacità di istituire nell’opera il Totalmente Altro?

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L’arte, secondo uno dei massimi pensatori del secolo scorso, Martin Heidegger, fonda i mondi storici, “i quali esistono, in definitiva, proprio come sforzo di viverla, interpretarla, imitarla”. (Gianni Vattimo)

Da questo, possiamo capire come l’arte abbia sempre avuto un ruolo preminente nella vita umana, perché è l’arte a plasmare le epoche, non il contrario; io penso, quindi, che come artisti, abbiamo una grande responsabilità: rendere visibile la verità sgomberando il nostro essere canale, in quanto ostacolo all’apparizione dell’essere nel mondo. Come? Attraverso la sintesi tra tecnica e cuore.

So che questo discorso può sembrare semplicistico; mancano le parole per descrivere l’indescrivibile, per parlare di qualcosa di cui non si può parlare. Non me ne volere, lettore o lettrice; faccio il possibile per rendere comprensibile qualcosa che percepisco intimamente, a un livello più profondo rispetto al consueto sentire.

Pittore ritrattista intento nel suo lavoro

Quando ti siedi dietro al tuo strumento, sia esso musicale, una tela, un blocco di marmo, una pagina bianca, una cinepresa, una macchina fotografica, fai uso della tecnica.

Ti sarà molto utile, soprattutto perché ti aiuterà a non pensare a ogni singolo movimento che andrai a fare. Ti aiuterà a liberare quello spazio interiore da cui fluirà un’arte autentica e spontanea, in grado di arrivare nel profondo di quanti vi assisteranno.

Immagina di essere un osso cavo: come appare il tuo interno? Pulito? Liscio, rugoso, otturato, ingombro di oggetti? Qualsiasi sia il suo aspetto, pensa che un raggio proveniente dall’alto lo attraversi e lo ripulisca, asportando ogni impurità, fino a renderlo completamente sgombro. Ora il raggio può uscire dalla terra e risalire verso il cielo.
Sei un canale pronto per manifestare l’essere, adesso.

E rendi grazie, per questo miracolo: essere un canale per la manifestazione del Totalmente Altro è un dono talmente prezioso da non avere eguali.

fp

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