Forse è vero.

Consiglio musicale non richiesto: Amandoti, Giovanni Lindo Ferretti

“Forse è vero”, esclamai con forza “ma con simili verità, come quella che bisogna pur morire tutti e che ogni cosa è quindi indifferente, non si fa che rendere la vita insulsa e superficiale. Dobbiamo dunque buttar via tutto, rinunciare allo spirito, alle aspirazioni, all’umanità, lasciare che continuino a dominare l’ambizione e il denaro e aspettare davanti a un bicchiere di birra la prossima mobilitazione?”

Hermann Hesse – Il lupo della steppa

Forse è vero che nulla valga la pena di essere vissuto appieno e che, dunque, ci si debba abbandonare ad un eterno momento presente, dimentichi delle esperienze passate. Nastri vergini ad ogni nostro passo. Incuranti degli avvenimenti perché, tanto, così è e così sarà.

Forse è vero che la vita umana sia una continua sopraffazione del proprio prossimo, la legge del Homo homini lupus.

Può darsi che il denaro sia il valore più alto mai prodotto dall’uomo. Potrebbe persino essere Dio una favola per bambini intenti a scrivere una immane lettera a Babbo Natale, incuranti della profondità e immensità del solo immaginare un essere tanto eccedente la natura umana.

Magari, il successo in carriera è davvero lo scopo ultimo della nostra esistenza, l’obiettivo da realizzare ad ogni costo, la vetta da raggiungere calpestando chiunque ci si trovi sul cammino. Potrei persino arrivare a pensare che la materia sia il solo ente esistente, senz’altri elementi a contendersi il palcoscenico.

Ma anche no.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza

No. Che parola potente.

Il NO è uno strumento potente col quale indirizzare la vita secondo il nostro reale punto di vista, non assecondando i desiderata di altri. È semplice dire di SI, anche perché veniamo allevati a rispondere così alle richieste del mondo sin da piccoli. Poi, da grandi, diciamo una marea di si anche se, dentro, vorremmo urlare esattamente il contrario.

Prendi un militare: “Sergente, l’ordine è di sganciare le bombe sul villaggio a queste coordinate, all’ora X”

(Oddio, quel villaggio è pieno di civili, di bambini, perché dovrei farlo, io non voglio, per me è un bottone, per loro morte e menomazioni, dolore infinito, inquinamento della terra, delle acque, dell’aria. No, io non voglio essere complice di un tale crimine, non voglio!) Ma poi… “Signorsì”

Ma non solo i militari vengono addestrati a rispondere si ad ogni nefandezza; anche il burocrate che, per rispondere agli ordini della propria istituzione, manda sul lastrico migliaia di persone. Il banchiere che non eroga un prestito che avrebbe potuto salvare una famiglia.

Infiniti sono gli esempi.

E poi, esiste il NO. Un grosso no, come cantava Eros Ramazzotti tanti anni fa.

Una semplice sillaba capace di cambiare la vita, due lettere potenti che affermano la nostra presenza nel mondo.

Impariamo a dire NO a ciò che consideriamo sbagliato, ingiusto. Alle richieste che non vogliamo o non possiamo soddisfare.

Rivalutiamo il potere del no, soprattutto in questo mondo che ci vuole proni ed asserviti ai desiderata di ogni sbuffo di vento.

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