Due haiku.

Cosa fu questo

luogo mille anni fa?

Erba lucente.

Che, invece, sarà

nel prossimo secolo?

Erba lucente.

Tutto muta, tutto mi ricorda lo scorrere inesorabile del tempo, che tutto avvizzisce.

Lo haiku è la fotografia di un momento. Un irripetibile momento che mai più tornerà e che, proprio per questo, assume un valore altissimo.

Questi due haiku li scrissi anni fa, in occasione di una lettura-concerto al Circolo della Stampa di Torino in cui mi fu chiesto di suonare con una mia band e di portare qualche scritto significativo. Non sono un grande scrittore, ne sono consapevole, eppure…

Nonostante tutto sia già stato detto e molto meglio di quanto non sia in grado di fare io; nonostante sia scritta già la parola fine di tutto questo spettacolo; nonostante la certezza di non essere che un minuscolo, irrilevante essere umano, niente più che un granello di sabbia posato sulla superficie di questo spaventoso universo: io vivo.

Scrivo.

Studio.

Imparo. Disimparo.

Ricordo.

Sogno.

Sbaglio, fallisco, distruggo.

Creo.

Desidero.

Prego.

Proprio perché tutto questo avrà un termine, mi impegno ogni singolo momento a rendere me stesso ed il mondo in cui abito, un luogo migliore di quanto non fosse in precedenza.

La ricerca infinita.

Lavoro altrettanto importante, oggi, io non concepisco.

Respice post te. Hominem te memento

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